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Naturally Unnatural - A new world


LdM Gallery, Firenze 2025
curated by Spela Zidar


La costruzione di un mondo nuovo è oggigiorno un tema molto attuale dove il connubio delle parole nuovo e mondo, non esprime solamente una possibilità, piuttosto una necessità di raggiungere una diversa visione del mondo in cui stabilire nuovi equilibri. Partendo proprio dalla consapevolezza di una realtà in cui il rapporto uomo-natura è soggetto a continue manipolazioni e alterazioni, dove la convivenza diventa sempre più ostile, Andrea Marini svolge la sua ricerca di ri-creazione di un suo "mondo" prolifico, allo stesso tempo inquietante ed affascinante, dove il confine tra il reale e l'immaginario è molto labile.

L'artista crea le proprie opere con materiali industriali, tubi, metallo, cavi, resine, cemento, polistirolo, cartone, carta di giornale e silicone trasformando questi elementi sintetici e senza vita in un universo popolato da creature uniche e vibranti.
Ogni opera è un universo a parte, che si nutre di energia vitale propria. Nella creazione, l'artista usa tecniche sempre innovative esplorando ogni volta nuove possibilità di creazione e trasformazione. Le sue creature mutanti, provocano un senso di straniamento, ma anche di curiosità, che sveglia nello spettatore la voglia di avvicinarsi e di esplorarle anche quando queste sono fatte con del filo spinato o delle lame. Osservando i lavori dell'artista, abbiamo la sensazione che non siano fermi, le sue installazioni sembrano crescere e svilupparsi. Riempiono gli spazi con l'energia di nuova vita che rende la loro naturalezza veritiera anche se non si tratta di esseri riconoscibili che esistono nella natura.

Nella mostra Naturalezza Innaturale - Un mondo nuovo alla galleria LdM, lo spettatore potrà esplorare una parte dell'universo di Andrea Marini che esporrà alcune delle sue opere inedite insieme ai disegni creati con silicone su carta. Le linee scure intrecciate su carta scura echeggiano nello spazio tramite l'opera Reticoli.
Potrebbero sembrare radici di un albero che si nutre nello spazio della mostra o semi giganti che aspettano il vento per essere trasportati ad accendere nuova vita. Le forme organiche di Doodle/c, posate sul piedistallo, sembrano aspettare il loro momento di fioritura che si realizza nei Tralci, il primo lavoro nella seconda sala: tre vortici che alimentano l'energia creativa in grado di dar vita a dei fiori-foglie coloratissimi.

Nella seconda sala, sulla gomma nera i Frammenti corporei appaiono come dei reperti archeologici di un altro tempo, forme astratte che si ispirano ad organi interni o ad immaginari elementi naturali, pezzi di vita che si stanno componendo o scomponendo davanti ai nostri occhi.

Nell'angolo più lontano Tubalbero, opera che grazie all'utilizzo dei materiali di tonalità e dimensioni diverse sembra germogliare anche se quasi interamente fatto di metallo.

Nonostante la loro diversità, le opere convivono armonicamente nello spazio della galleria, come se si trattasse di una sorta di biodiversità in un ecosistema non naturale. L'opus di Marini ci invita ad entrare in un mondo equilibrato, una giungla fitta, piena di elementi sintetici, che comunque appare naturale.

L'artista con la sua curiosità, creatività e la sperimentazione cosciente che derivano dal profondo rispetto del materiale, riesce a creare un equilibrio naturale nel suo mondo innaturale. Una convivenza inclusiva e funzionante, dove gli elementi non vivi creano una nuova vita. La mostra diventa dunque desiderio di nuova nascita, di metamorfosi corporea e trasformazione poetica per una diversa visione del reale. Una natura innaturale nei materiali usati ma creata con tale naturalezza che convince lo spettatore ad entrare ed ascoltarla rendendosi conto delle conseguenze che la mancanza di equilibri e di rispetto possono avere sul nostro mondo.